I Radiohead possono essere difficili da digerire: non sono per tutti,
né per tutti i momenti, ma hanno pochi confronti sia come musicisti che come
compositori.
In questa specie di Sonata al Chiaro di Luna, che alla fine esplode
come un'atomica, sono colossali.
Vale la pena di ascoltare alcune versioni di questo brano riadattate,
negli anni, per orchestra classica.
Intanto questa versione live, che é incredibilmente intensa e potente.
Merita l'ascolto, in silenzio, fino alla fine.
.
Exit Music (For a Film) è un brano dei Radiohead, scritto
specificatamente per i titoli di coda del film Romeo + Giulietta di William
Shakespeare, diretto da Baz Luhrmann.
Su richiesta di Thom Yorke, la canzone è assente dai due album della
colonna sonora del film, ma appare come quarta traccia nell'album OK Computer
del 1997.
Architettura e città. Un pezzo nuovo di Atene, aperto e
vissuto tutto il giorno.
Questo potere bellissimo che ha l'architettura, di regalare
dei luoghi. Prima c'era un ippodromo. Ora c'è un affaccio sull'Egeo, su Atene,
su un parco. E 10.000mq di fotovoltaico, in copertura.
"The Stavros
Niarchos Foundation (SNF) is one of the world’s leading private,
international philanthropic organizations, making grants to nonprofit
organizations in the areas of arts and culture, education, health and sports,
and social welfare. SNF funds organizations and projects worldwide that aim to
achieve a broad, lasting, and positive impact for society at large, and exhibit
strong leadership and sound management. The Foundation also supports projects
that facilitate the formation of public-private partnerships as an effective
means for serving public welfare."
All'interno della Niarchos, trovano posto la nuova Greek National Opera di 33.000 m² e la Biblioteca Nazionale di 24.000 m², in grado di ospitare 750.000 volumi. Tutto è coperto da un parco su una collina artificiale di circa 17 ettari.
Il confronto di Renzo Piano, alla scala urbana, è direttamente con l'Acropoli. L'area si trova sullo stesso asse che collega il colle del Partenone con il Mare. In questo modo va a consolidare una di quelle direttrici di collegamento tra emergenze urbane e architettoniche, alla maniera della Roma degli obelischi di Sisto V, dando significato e struttura a tutto quello che accadrà in futuro lungo questo asse.
Si sale sulla collina artificiale di questo nuovo parco che raccoglie fragranze di lavanda, rosmarino, timo, olivi e
altre essenze solo autoctone: arrivati in cima al parco, più che la vista sul mare merita davvero la vista su Atene, che è splendida, nonostante tutte le sue difficoltà.
Renzo Piano sketch
"C’è un gabbiano lassù e dal culmine del pennone, che svetta
a 40 metri proprio sul nuovo "Centro culturale di Atene", vede com’è
fatto il mondo: da una parte migliaia di case e casette bianchissime
affastellate a formare un fitto ordito urbano; dall’altra, l’azzurro del mare,
l’immenso mare solcato, secondo gli antichi lirici greci, da “vele nere”. Da un
lato vive l’uomo, dall’altro verso il mare corrono le sue speranze. La tanto
bistrattata Atene del debito con l’Europa, la città prossima al fallimento
assieme all’intera Grecia tenta di risollevarsi. Qualcosa si muove, anche se la
crisi è pesante, si torna a credere nel futuro. È passato un anno
dall’inaugurazione del Centro culturale della Fondazione Stavros Niarchos,
l’opera greca di Renzo Piano che rappresenta il simbolo di una possibile
rinascita. Finanziatore greco e creatori ed esecutori italiani: quasi un’alleanza
mediterranea fondata sul Maestro del Beaubourg ed un grande costruttore di
infrastrutture sparse nel mondo.
Il progetto prevede la costruzione
della Greek National Opera di 33.000 m², che include un
teatro principale da 1400 posti ed un teatro sperimentale da 400 posti;
della Biblioteca Nazionale di 24.000 m², in grado di
ospitare 750.000 volumi e
di un Parco a collina di circa 170.000 m² con 1.500 m² di
edifici.
Costruito sui terreni del vecchio ippodromo di Atene in
un’area di 23 Ettari, il Centro sorge nel quartiere Kallithea, vicino al mare,
e proprio nella relazione con il mare e nel rispetto dei principi di
sostenibilità ambientale, ha i suoi punti di forza. Uno dei temi principali
affrontati dal Centro Culturale Stavros Niarchos è quello delle prestazioni
ambientali e della sostenibilità.
L’elemento sicuramente più caratterizzante da questo punto
di vista è il cosiddetto Energy Canopy. Questa copertura è un elemento chiave
del progetto: un capolavoro architettonico, costruita con la tecnica del ferrocemento,
per dimensioni e complessità statica è da considerare un unicum, mai
realizzato, ad oggi, nel mondo. Forse più che una vela – riflette Renzo Piano –
potrebbe sembrare un tappeto volante».
«Si tratta di un ettaro sospeso per aria del peso di 3500
tonnellate sostenuto da trenta colonne d’acciaio del diametro massimo di trenta
centimetri, una lama in ferrocemento – un pezzo di bravura del costruttore
Salini Impregilo – «lucida come il cofano di una Cadillac» secondo il desiderio
di Piano.
L’Energy Canopy, in pieno sole, è ricoperto da 5560 pannelli
fotovoltaici pronti a catturare l’energia necessaria all’intero impianto che si
reso così autosufficiente. Questa e altre soluzioni innovative in termini di
sostenibilità ambientale hanno permesso al Centro di ricevere la certificazione
“Platinum”, il rating più elevato previsto dal LEED (Leadership in Energy and
Environmental Design, la più prestigiosa al mondo nel settore delle
costruzioni). Il Centro ha ricevuto anche l'European Solar Awards 2017,
assegnato da Eurosolar (European Association for Renewable Energy) per il modo
innovativo in cui la struttura risponde al suo fabbisogno energetico
quotidiano, generando energia attraverso il tetto.
Per la pavimentazione del’’Agorà, che fa da connessione tra
gli edifici dell’Opera e della Library, è stato utilizzato il marmo Dionysos,
tipico marmo di prima scelta della zona di Atene. L’Agorà richiama il concetto
della Cavea dell’Auditorium di Roma: scenari per l’incontro. «In entrambi i
casi – spiega Renzo Piano – il fine del progetto è quello di far stare insieme
tante persone, anche senza uno scopo preciso. Le opere con destinazione
pubblica hanno infatti una funzione fecondatrice dei rapporti umani. E aggiunge:
«L’architettura non deve essere un gesto, ma deve servire a fare stare insieme
la gente».”
Il nuovo complesso urbano, con il suo parco, vive quasi 24 ore al giorno. Restituisce un senso e un valore ad una porzione enorme della città, decongestionandone il centro storico
Le immagini qui sotto invece sono di Atene: mostrano anche il progetto, ma soprattutto la città nel quale si è andato ad inserire.