(English text at the end of the article)
La Winton Guest House è un progetto di Frank Gehry del 1987.
Un progetto che ebbe un grande riscontro immediato per l'architetto che, all'epoca, era ancora in piena fase propulsiva di ricerca e sviluppo creativo verso quelli che sarebbero poi diventati i capolavori del suo linguaggio architettonico, a partire dal Guggenheim di Bilbao e la Walt Disney Concert Hall fino alla recente Louis Vuitton Foundation.
La Winton Guest House è un progetto di Frank Gehry del 1987.
Un progetto che ebbe un grande riscontro immediato per l'architetto che, all'epoca, era ancora in piena fase propulsiva di ricerca e sviluppo creativo verso quelli che sarebbero poi diventati i capolavori del suo linguaggio architettonico, a partire dal Guggenheim di Bilbao e la Walt Disney Concert Hall fino alla recente Louis Vuitton Foundation.
La Winton Guest House venne considerata da subito un capolavoro, pietra miliare dell’architettura residenziale americana. Per il progetto di questa villa, l'architetto trasse ispirazione dalle composizioni di oggetti di Giorgio Morandi: una lunga serie di dipinti essenziali e minimali, carichi di atmosfere sospese e silenziose, rese combinando tra loro semplici oggetti mobili, sotto determinate condizioni di luce naturale.
© Giorgio Morandi |
© Giorgio Morandi |
Nel 2007 la casa fu donata da un privato all’Università di
St. Thomas (St. Thomas, Minnesota), affinchè potesse essere condivisa e
vissuta dal pubblico.
In effetti la Winton Guest House fu salvata dalla demolizione da Kirt
Woodhouse, un costruttore locale che acquistò la proprietà la donò all'Università di St. Thomas.
Il rettore, si rese conto che la casa si trova in una zona isolata sul lago Minnetonka a 125 chilometri dalla sua università e per ovviare al problema venne deciso di tagliare la Winston Guest House in otto pezzi, portarla nella sede dell’università e riassemblarla.
Gehry dichiarò successivamente di essere soddisfatto al "93,6 per cento" del progetto che ha smontato la casa.
Salutando qualunque concetto di "Genius Loci" o di rapporto con il contesto, fu quindi smontata e inserita nel complesso accademico del Gainey Conference Center, nella vicina città di Owatonna, dove sarebbe potuta rimanere fino al 2020.
In occasione della nuova collocazione, Frank Gehry presenziò all'inaugurazione tenendo un discorso.
All'avvicinarsi della scadenza per questo secondo spostamento della villa, nel Maggio del 2019 la Winton Guest House è andata all’incanto da Wright a New York, casa
d’aste specializzata in design moderno e contemporaneo, con la specifica che il futuro proprietario si sarebbe dovuto anche far carico di trovare una nuova collocazione.
Avevo questo post preparato da tempo, da quando lessi del secondo spostamento in atto di questa villa. Mi è però tornato in mente questo progetto e la sua storia, dopo aver visto l'immagine del Papa, celebrare da solo, in Piazza San Pietro, la settimana scorsa.
Un'immagine così potente, drammatica e bellissima, che mostrava un uomo da solo di fronte ad una piazza completamente vuota, ma all'interno di un'architettura che nei secoli ha reso così drammaticamente simbolico quello spazio urbano: il colonnato di Gian Lorenzo Bernini, aperto davanti a lui. Un'architettura unica al mondo.
Bernini lo ideò e realizzò tra il 1657 e il 1667. Non si era mai visto nulla di simile prima di allora. Uno dei massimi capolavori della storia dell'architettura: realizzato in pieno Barocco, in grado di esprimere tutta la forza della Controriforma, ma che allo stesso tempo affondava le proprie radici indietro nei secoli, fino a raggiungere una profonda affinità e continuità con l'architettura classica dell'antica Grecia.
Bernini lo ideò e realizzò tra il 1657 e il 1667. Non si era mai visto nulla di simile prima di allora. Uno dei massimi capolavori della storia dell'architettura: realizzato in pieno Barocco, in grado di esprimere tutta la forza della Controriforma, ma che allo stesso tempo affondava le proprie radici indietro nei secoli, fino a raggiungere una profonda affinità e continuità con l'architettura classica dell'antica Grecia.
Con le parole che scrisse lo stesso Bernini:
«la chiesa di S. Pietro, quasi matrice di tutte le altre doveva haver' un portico che per l'appunto dimostrasse di ricever à braccia aperte maternamente i Cattolici per confermarli nella credenza, gl'Heretici per riunirli alla Chiesa, e gl'Infedeli per illuminarli alla vera fede»
Pochi giorni fa, in quell'immagine del Papa di fronte alla piazza, sotto la pioggia, quell'architettura si mostrava in tutta la sua potenza iconografica ed il suo carico simbolico.
Pochi giorni fa, in quell'immagine del Papa di fronte alla piazza, sotto la pioggia, quell'architettura si mostrava in tutta la sua potenza iconografica ed il suo carico simbolico.
In quel momento, in altri termini, l'architettura stava mostrando e rappresentando, con tutta la forza necessaria, un messaggio antico di 2000 anni di storia del Cristianesimo e più di 3000 anni di storia dell'architettura.
E non si tratta di scenografia, ma di un'espressione architettonica in grado dare sostanza e peso specifico ad una dimensione del divino, astratta e imperscrutabile.
E non si tratta di scenografia, ma di un'espressione architettonica in grado dare sostanza e peso specifico ad una dimensione del divino, astratta e imperscrutabile.
Disegno di Gian Lorenza Bernini |
Ecco, mi sono venute in mente tutte queste immagini.
Mi è venuto in mente quanto queste due dimensioni dell'architettura rappresentino due limiti estremi (non gli unici) entro i quali si muove questa disciplina: un valore assoluto in grado di arrivare a rappresentare un concetto divino, e un valore assolutamente relativo ma altrettanto necessario, che semplicemente accompagna i gesti quotidiani, piccoli; che possono prescindere dal luogo in cui ci si trova e che sostanzialmente vengono regolati da dinamiche totalmente pragmatiche.
E non c'è davvero alcuna valutazione di merito in questo confronto.
Si tratta solo una considerazione nata istintivamente, vedendo le immagini recenti, trasmesse dalle televisioni di tutto il mondo.
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English text
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English text
The Winton Guest House is a 1987 project by Frank Gehry.
A project that had a great immediate response for the
architect who, at the time, was still in the full propulsive phase of research
and creative development towards what would later become the masterpieces of
his architectural language, starting from the Guggenheim in Bilbao and the Walt
Disney Concert Hall up to the recent Louis Vuitton Foundation.
The Winton Guest House was immediately considered a
masterpiece, a milestone in American residential architecture.
For the design
of this villa, the architect drew inspiration from the compositions of objects
by Giorgio Morandi: a long series of essential and minimal paintings, full of
suspended and silent atmospheres, rendered by combining together simple mobile
objects, under certain conditions of natural light.
In 2007 the house was donated by a private individual to the
University of St. Thomas (St. Thomas, Minnesota), so that it could be shared
and lived by the public.
The Winton Guest House was in fact saved from demolition by
Kirt Woodhouse, a local builder who bought the property and donated it to the
University of St. Thomas.
The Rector realized that the house was located in an
isolated area on Lake Minnetonka, 125 kilometers from his university and to
solve the problem, the decision was made to dismantle the Winston Guest House
into eight pieces, to bring it to the university and to reassemble it.
Gehry later declared that he was "93.6 percent"
satisfied with the project which dismantled the house.
Leaving behind any concept of "Genius Loci"
or relationship with the context, it was so dismantled and inserted into the
academic complex of the Gainey Conference Center, in the nearby city of
Owatonna, where it could be left until 2020.
On the occasion of the new allocation, Frank Gehry attended
the inauguration giving a speech.
As the deadline for this second move of the villa
approached, in May 2019 the Winton Guest House went to auction at Wright in New
York, an auction house specializing in modern and contemporary design, with the
condition that the future owner would also be responsible for finding a new
location.
Such a powerful, dramatic and beautiful image, which showed
a man alone in front of a completely empty square, but within an architecture
that over the centuries has made that urban space so dramatically symbolic: the
colonnade of Gian Lorenzo Bernini, opening in front of him. A unique
architecture in the world.
Bernini conceived and created it between 1657 and 1667.
Nothing like this had ever been seen before. One of the greatest masterpieces
in the history of architecture: made in the Baroque period, it expresses all
the strength of the Counter-Reformation, but at the same time sinks its roots
back over the centuries, finding deep affinity and continuity with the
classical architecture of ancient Greece.
With the words that Bernini himself wrote:
"The church of S. Pietro, almost the matrix of all the
others, had to have a portico conveying precisely how it welcomed Catholics, in
a motherly way, with open arms, to confirm them in their belief, as well as
Heretics to reunite them with the Church, and the infidels to illuminate them
with true faith»
A few days ago, in that image of the Pope in front of the
square, in the rain, that architecture showed itself in all its iconographic
power and its symbolic load.
In that moment, in other words, architecture was showing and
representing, with all the necessary strength, an ancient message, bearing 2000
years of the history of Christianity and more than 3000 years of architectural
history.
And it is not a matter of scenography, but of an
architectural expression capable of giving substance and specific weight to a
dimension of the divine, abstract and inscrutable.
So, all these images came to my mind.
It occurred to me how much these two dimensions of
architecture represent two extreme limits (not the only ones) within which this
discipline operates: an absolute value capable of representing a divine
concept, and an absolutely relative but equally necessary value, which simply
accompanies every day, small gestures; which can happen regardless of where you
are and which are basically regulated by totally pragmatic dynamics.
And there is really no evaluation of merit in this
comparison.
It is only a consideration born instinctively, from watching
recent images, broadcast by televisions around the world.