domenica 29 marzo 2015

Postkarten Deutschland _ Day 4

"How precious a book is in light of the offering, in the light of one who has the privilege of this offering.
The library tells you of this offering"
L. Kahn

La Duchessa Anna Amalia Brunswick-Wolfenbüttel fu la reggente degli stati di Sassonia-Weimar-Eisenach dal 1758 al 1775. 
In quegli anni, l'Illuminismo era nel suo massimo sviluppo: Anna Amalia ne fu tra i protagonisti e in 17 anni trasformó la sua corte in un centro culturale tra i piú influenti di tutta la Germania, culla dell'Illuminismo tedesco.

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17 anni.

Nel ruolo di mecenate per le arti, la Duchessa portó a Weimar le migliori menti ed i migliori talenti nazionali ed internazionali, tra i quali Johann Wolfgang von Goethe, Friedrich Schiller e la compagnia teatrale di Abel Seyler, la piú importante compagnia attiva in Germania in quegli anni.
Invitó alla sua corte, personalitá in grado di ispirare processi artistici e dibattiti culturali, dando vita a quello che sarebbe stato ricordato come il "Classicismo di Weimar".

Per completare il quadro, Anna Amalia viene anche ricordata per essere stata compositrice di talento.

Tra i suoi meriti, lo sviluppo di una piccola e splendida biblioteca rococó di 13.000 volumi, la Herzogin Anna Amalia Bibliothek (oggi Patrimonio dell'UNESCO), che affidó alla direzione di Goethe dal 1797 al 1832.

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Weimar sarebbe stata scelta, successivamente, per il primo esperimento democratico tedesco, la ratifica della prima Costituzione nel 1919, appena conclusa la prima guerra mondiale.
Sempre nel 1919, sempre a Weimar, é nato il Bauhaus, la scuola di arti applicate piú influente del XX Secolo, rimasto li fino allo spostamento a Dessau nel 1925.

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Volendo elencare solo alcune delle personalitá maggiorni che hanno vissuto e lavorato attivamente a Weimar:
W. Goethe, F. Schiller, J.S. Bach, H. Berliotz, F. Liszt, F. Nietzsche, A. Schopenhauer, R. Strauss, R. Steiner, R. Wagner, W. Gropius, P. Klee, J. Itten, W. Kandinski, L. Moholy-Nagy, El Lissitzki, H. van de Velde.

La spinta culturale di questa piccola cittadina (oggi conta circa 60.000 abitanti) rimase talmente forte, che Hitler sentí il bisogno di venire piú di 40 volte a visitarla di persona, venne realizzato qui vicino il primo campo di concentramento in Germania e si operó sistematicamente allo smantellamento di quella che rappresentava una delle pietre miliari della Modernitá e del pensiero libero, il Bauhaus.


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Qui a Weimar, peró, c'é anche un'altra biblioteca, un poco piú grande e altrettanto bella: é l'ampliamento della stessa Anna Amalia, lo Studiumzentrum, nato per alloggiare la collezione attuale di quasi 1 milione di libri e incastonato all'ínterno di un fabbricato storico sulla stessa piazza.

Come sempre qui in Germania, il progetto é il risultato di un concorso di progettazione organizzato nel 2000 e vinto dall' Arch. K. H. Schmitz and H. Barz-Malfatti.


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Per una curiosa coincidenza, questo progetto ha due aspetti importanti dal punto di vista progettuale, in comune con la Bibliothek21 di Stoccarda del post precedente:
a) anche qui, la volumetria principale é sviluppata sulla geometria pura di un cubo (di 13m di lato in questo caso);
b) anche in questo caso l'autore ha lavorato presso lo studio Ungers prima di aprire il proprio.

Le vicinanze tra i due progetti peró, finiscono qui.


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L'ínterpretazione della geometria che viene data in questo progetto, ispirato alle architetture di quel grandissimo architetto che fu Louis Kahn, é estremamente raffinata: senza entrare troppo in digressioni tecnico-progettuali, l'ambiente principale ha il calore di un salotto privato, illuminato dall'alto da un soffitto cassettonato in cui il cielo naturale prende il posto di quelli che in passato erano cieli affrescati ed il pavimento alloggia una fenditura che permette alla luce naturale di raggiungere tutti i piani interrati.


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Le proporzioni, la scelta dei materiali, il disegno accurato ed essenziale dei dettagli, l'uso elaborato della luce naturale, gli allineamenti in facciata con le preesistenze architettoniche, la ricchezza planimetrica all'interno di regole rigide ma non ottuse, fino alla reinterpretazione dello schema a ballatoio della Anna Amalia Bibliothek: ogni aspetto di questo piccolo edificio é orientato verso la persona che si troverá a viverlo.


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Non ci sono monumenti o opere d'arte eclatanti qui a Weimar, ma la cittadina é piena di targhe commemorative: di fatto, chi viene a Weimar, viene per il tributo eccezionale che questo luogo ha dato allo sviluppo del pensiero e della cultura internazionale.



Ringrazio molto il Prof. Schmitz per il suo racconto dettagliato e la guida all'interno dell'architettura e, soprattutto, dell'iter progettuale dello Studiumzentrum