30/3/2020
Il 30 maggio 1941, a 19 anni, Manolis Glezos si arrampicò
sull’Acropoli di Atene, tolse la bandiera nazista e la sostituì con quella
greca.
Fu il primo clamoroso atto della resistenza in Grecia, uno
dei primi in Europa. Ispirò molti, e non solo greci, a resistere
all'occupazione tedesca e italiana
Nel 1939, quand'era ancora studente delle superiori, Glezos
partecipò alla creazione di un gruppo giovanile antifascista, contro
l'occupazione italiana del Dodecaneso e
la dittatura di Ioannis Metaxas.
Al momento in cui l'Italia invase la
Grecia (28 ottobre 1940),
Glezos chiese di andare al fronte in Albania contro
l'invasore, ma la domanda fu respinta perché troppo giovane.
Dopo la vicenda sull'Acropoli, fu condannato a morte in
contumacia. Glezos fu poi catturato dalle forze di occupazione tedesche il 24
marzo 1942 e venne pesantemente torturato. In seguito a questo trattamento, si
ammalò gravemente di tubercolosi. Rilasciato per le sue condizioni di salute,
fu nuovamente arrestato il 21 aprile 1943, stavolta dalle forze di occupazione
italiane, e tenuto tre mesi in prigione, fino a che fu liberato in conseguenza
della caduta del fascismo nel luglio del 1943.
Da allora Manolis Glezos è stato il partigiano più famoso di
Grecia, è colui che ha dato il via alla Resistenza ellenica, terminata con la
seconda occupazione britannica. Ha vissuto: l’occupazione nazista, la guerra
civile, la dittatura militare e il crollo del sistema finanziario.
Nel corso della guerra civile greca, fu processato per le
sue convinzioni politiche e condannato a morte dal governo di destra. La pena
nel 1950 fu ridotta all'ergastolo.
Mentre era ancora detenuto, Glezos fu eletto al Parlamento
nazionale nella lista della Sinistra Democratica Unita (EDA). Durante la
campagna elettorale, intraprese un duro sciopero della fame per ottenere il
rilascio dei suoi compagni parlamentari dell'EDA che erano in prigione o al
confino politico nelle isole. Terminò lo sciopero della fame quando 7
parlamentari dell'EDA furono rilasciati. Anch'egli fu poi rilasciato, il 16
luglio del 1954.
Il 5 dicembre del 1958 fu di nuovo arrestato sotto l'accusa
di spionaggio, che era il pretesto per perseguitare gli esponenti della
sinistra durante la Guerra fredda.
Il suo nuovo rilascio, il 15 dicembre 1962, fu il risultato
di una vasta campagna, in Grecia e all'estero. Durante questa nuova detenzione,
fu di nuovo eletto parlamentare dell'EDA nel 1961.
Al momento del Colpo di Stato del 21 aprile 1967, Glezos fu arrestato insieme al resto dei leader politici. Durante il Regime dei colonnelli, la dittatura militare guidata da Geōrgios Papadopoulos, subì ancora quattro anni di prigione e "confino", fino al 1971.
È sopravvissuto a un ergastolo, a tre condanne a morte e a un’infinità di torture.
Ha passato dodici anni in carcere e quattro in esilio. Ha subito ventotto condanne politiche.
L’ultima volta in cui l’hanno arrestato era il 2012, quando scese in piazza ad Atene per protestare contro l’austerity.
È stato eletto parlamentare europeo nel 2014
Per circa 80 anni, Glezos è stato il punto di riferimento
per la sinistra greca.
Il quartiere anarchico di Exarchia ad Atene saluta Manolis Glezos: