"Sol de Marrakech" - Poto by Miguel Ángel García Olmo
April 1984
Atene, 2008-2016
Architettura e città. Un pezzo nuovo di Atene, aperto e vissuto tutto il giorno.
Questo potere bellissimo che ha l'architettura, di regalare dei luoghi. Prima c'era un ippodromo. Ora c'è un affaccio sull'Egeo, su Atene, su un parco. E 10.000mq di fotovoltaico, in copertura.
Photo © Fabio Barilari |
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"The Stavros Niarchos Foundation (SNF) is one of the world’s leading private, international philanthropic organizations, making grants to nonprofit organizations in the areas of arts and culture, education, health and sports, and social welfare. SNF funds organizations and projects worldwide that aim to achieve a broad, lasting, and positive impact for society at large, and exhibit strong leadership and sound management. The Foundation also supports projects that facilitate the formation of public-private partnerships as an effective means for serving public welfare."
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Photo © ΕΒΕ_Νίκος Καρανικό |
Renzo Piano sketch |
"C’è un gabbiano lassù e dal culmine del pennone, che svetta a 40 metri proprio sul nuovo "Centro culturale di Atene", vede com’è fatto il mondo: da una parte migliaia di case e casette bianchissime affastellate a formare un fitto ordito urbano; dall’altra, l’azzurro del mare, l’immenso mare solcato, secondo gli antichi lirici greci, da “vele nere”. Da un lato vive l’uomo, dall’altro verso il mare corrono le sue speranze. La tanto bistrattata Atene del debito con l’Europa, la città prossima al fallimento assieme all’intera Grecia tenta di risollevarsi. Qualcosa si muove, anche se la crisi è pesante, si torna a credere nel futuro. È passato un anno dall’inaugurazione del Centro culturale della Fondazione Stavros Niarchos, l’opera greca di Renzo Piano che rappresenta il simbolo di una possibile rinascita. Finanziatore greco e creatori ed esecutori italiani: quasi un’alleanza mediterranea fondata sul Maestro del Beaubourg ed un grande costruttore di infrastrutture sparse nel mondo.
Il progetto prevede la costruzione
Costruito sui terreni del vecchio ippodromo di Atene in
un’area di 23 Ettari, il Centro sorge nel quartiere Kallithea, vicino al mare,
e proprio nella relazione con il mare e nel rispetto dei principi di
sostenibilità ambientale, ha i suoi punti di forza. Uno dei temi principali
affrontati dal Centro Culturale Stavros Niarchos è quello delle prestazioni
ambientali e della sostenibilità.
L’elemento sicuramente più caratterizzante da questo punto
di vista è il cosiddetto Energy Canopy. Questa copertura è un elemento chiave
del progetto: un capolavoro architettonico, costruita con la tecnica del ferrocemento,
per dimensioni e complessità statica è da considerare un unicum, mai
realizzato, ad oggi, nel mondo. Forse più che una vela – riflette Renzo Piano –
potrebbe sembrare un tappeto volante».
«Si tratta di un ettaro sospeso per aria del peso di 3500
tonnellate sostenuto da trenta colonne d’acciaio del diametro massimo di trenta
centimetri, una lama in ferrocemento – un pezzo di bravura del costruttore
Salini Impregilo – «lucida come il cofano di una Cadillac» secondo il desiderio
di Piano.
L’Energy Canopy, in pieno sole, è ricoperto da 5560 pannelli
fotovoltaici pronti a catturare l’energia necessaria all’intero impianto che si
reso così autosufficiente. Questa e altre soluzioni innovative in termini di
sostenibilità ambientale hanno permesso al Centro di ricevere la certificazione
“Platinum”, il rating più elevato previsto dal LEED (Leadership in Energy and
Environmental Design, la più prestigiosa al mondo nel settore delle
costruzioni). Il Centro ha ricevuto anche l'European Solar Awards 2017,
assegnato da Eurosolar (European Association for Renewable Energy) per il modo
innovativo in cui la struttura risponde al suo fabbisogno energetico
quotidiano, generando energia attraverso il tetto.
Per la pavimentazione del’’Agorà, che fa da connessione tra gli edifici dell’Opera e della Library, è stato utilizzato il marmo Dionysos, tipico marmo di prima scelta della zona di Atene. L’Agorà richiama il concetto della Cavea dell’Auditorium di Roma: scenari per l’incontro. «In entrambi i casi – spiega Renzo Piano – il fine del progetto è quello di far stare insieme tante persone, anche senza uno scopo preciso. Le opere con destinazione pubblica hanno infatti una funzione fecondatrice dei rapporti umani. E aggiunge: «L’architettura non deve essere un gesto, ma deve servire a fare stare insieme la gente».”
_Sarapatrizia Tortoriello, 2017
Photo © Fabio Barilari |
Il nuovo complesso urbano, con il suo parco, vive quasi 24 ore al giorno. Restituisce un senso e un valore ad una porzione enorme della città, decongestionandone il centro storico
Le immagini qui sotto invece sono di Atene: mostrano anche il progetto, ma soprattutto la città nel quale si è andato ad inserire.